CHITARRISTI PER GIOCO [1]
Metodo per un approccio ludico al mondo dei suoni
PREMESSA
Sebbene ultimo in ordine di tempo, questo lavoro si configura, per la coerenza didattica di fondo, come il primissimo tassello del più ampio e organico impianto metodologico fin qui approntato per lo studio della chitarra. Esso è destinato a quei piccoli principianti di età compresa fra i 5 e gli 8 anni che, ancora privi di una adeguata fisicità, di una sufficiente capacità di autocontrollo, di ragionamento, di concentrazione e tanto meno di precise motivazioni di ordine estetico o emotivo, non possono trovare un reale interesse che nel divertimento immediato, ossia nel gioco.
Accantonando l’idea di una didattica propriamente strumentale in favore di una didattica più “semplicemente” musicale, si è mirato a realizzare un tipo di approccio ludico al mondo dei suoni utilizzando le numerose risorse della chitarra, unitamente ad immagini da colorare, giochi, indovinelli e didascalie in rima, per favorire lo sviluppo ritmico e uditivo del bambino, stimolandone in pari tempo la curiosità, l’immaginazione, la sfera dei sentimenti e la creatività.
Un originale elemento di sorprendente utilità ed efficacia si è rivelato, anche in questo caso l’impiego di ponticelli mobili,[2] in dotazione con il testo, che consentono di approntare con estrema immediatezza varie ed interessanti situazioni melodiche, armoniche e timbriche, tali da rendere l’avviamento alla pratica musicale assai più accattivante che la banale e stucchevole monotonia delle corde a vuoto.
Il Corso propedeutico con Tuffarello e Funambolina
Tuffarello e Funambolina sono i due simpatici personaggi che rappresentano rispettivamente la mano sinistra e la mano destra, e accompagnano il viaggio di iniziazione alla musica e alla pratica chitarristica vera e propria dei piccoli allievi.
Con studiata gradualità, vengono introdotti i primi elementi di tecnica manuale fino a costituire con le sei note a vuoto e le due note tastate LA sulla 3a corda e MI sulla 4a, un menu di otto note in prima posizione sufficienti ad effettuare brevi passeggiate melodiche su immagini di fantasia accompagnate da didascalie in rima e illustrate con disegni che il bambino può colorare a piacere.
Con l’adesione pressoché totale al concetto di attività ludica si intende bandire in linea di massima l’obbligo rigoroso dell’esercizio domestico giornaliero, né più né meno come avviene quando si tratti di attività sportive, anche perché la pratica di esercizi propedeutici al di fuori di un continuo ed accurato controllo dell’insegnante può risultare più dannosa che utile.[3] Il programma del Corso è articolato in due Gradi e in 11 Sezioni che vengono qui illustrate e brevemente commentate.
PROGRAMMA DEL 1° GRADO
per piccoli da 6 a 7 anni
- Alla scoperta del suono.
Con la chitarra disposta in orizzontale sulle ginocchia si possono praticare le due modalità di tocco qui illustrate:
- Alla scoperta del silenzio.
L’allievo impara a distinguere, sull’intavolatura, il segno diverso che corrisponde al silenzio (in realtà al prolungamento del suono precedente).
- Alla scoperta delle note.
Ai suoni fin qui rappresentati solo con un cerchietto sull’intavolatura, vengono attribuiti un nome e un segno di durata.
- Le passeggiate di Funambolina.
Abolite le righe nell’intavolatura, l’allievo impara a collocare i ponticelli e si esercita nei passaggi da corda a corda.
- Indovina…indovinello.
L’insegnante suona varie cellule ritmiche che l’allievo deve riconoscere e abbinare ai disegni, individuando inoltre il nome della corda che ha prodotto i suoni.
- Il nome delle corde.
L’allievo impara a distinguere ciascuna corda chiamandola con il nome della nota musicale corrispondente.
- Alla scoperta del pentagramma.
Primo approccio pratico alla scrittura musicale. Il piccolo allievo prova a scrivere varie note a caso, decidendo volta per volta se disegnarle sulle righe o negli spazi, con il gambo in su o con il gambo in giù..!
- Note e corde.
Su ognuna delle sei corde, ormai contraddistinte dal proprio nome, l’allievo si esercita con suoni di ottavo e di quarto, per realizzare varie frasi ritmiche sul metro di brevi filastrocche.
Con il consolidarsi della pratica, le frasi proposte sono costruite impiegando più di una sola corda per volta, fino ad acquisire una pronta lettura di tutte le note a vuoto.
- Le acrobazie di Funambolina.
Oltre ad una finalità prettamente musicale, la pratica dei bicordi ha qui la delicata funzione di imporre al pollice una disposizione adeguata alla già assunta posizione corretta della mano destra. Ciò si realizza in maniera ottimale come mostra la figura:
FINE DEL PROGRAMMA DI 1° GRADO
PROGRAMMA DEL 2° GRADO
per piccoli da 7 a 8 anni
Il Corso propedeutico di 2° Grado, prevede la normale disposizione verticale della chitarra e l’impiego, oltre alle note prodotte dalle sei corde a vuoto, delle due nuove note, Mi e La della quarta e della terza corda ricavate con la tastatura del dito medio della mano sinistra. L’allievo è ora in grado di realizzare piccole frasi melodiche del tipo rappresentato nei seguenti punti 10 e 11che l’insegnante può accompagnare con pochi e semplici accordi su ritmi appropriati.
- Gli allenamenti di Tuffarello e Funambolina.
- Il canzoniere di Tuffarello e Funambolina.
Giunto a questo punto il piccolo studente è in grado di suonare le 14 canzoncine con l’accompagnamento armonico di una seconda chitarra suonata dall’insegnante.
- Seguono 29 Filastrocche da musicare per giocare, cantare e suonare.
[1] M.Storti: Tuffarello e Funambolina (Casa Musucale Eco).
[2]Per maggiori chiarimenti vedasi M. Storti, Il Gioco Della Musica metodo per un approccio creativo al mondo dei suoni con la chitarra preparata (Casa Musicale Eco).
[3] “E’ meglio, quando si danno le prime lezioni ai bambini, non farli studiare in assenza del professore: i piccoli sono troppo dissipati per costringersi a tenere le mani nella posizione che si è indicata loro; dal canto mio, all’inizio porto con me la chiave del cembalo per evitare che, in mia assenza, possano rovinare in un istante ciò che ho accuratamente insegnato loro per tre quarti d’ora”. (François Couperin : L’art de toucher le clavecin, 1716).