La Mano e il Manico

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Se si consulta un vocabolario della lingua italiana, si trova una definizione di manico che suona pressappoco così: “parte con cui si prende, con la mano o con le mani per tenere, per sollevare, per trasportare, per impugnare un oggetto o uno strumento”. Che un chitarrista possa pensare unicamente in tali termini al manico della chitarra risulta alquanto difficile, a meno che non appartenga idealmente ad una di quelle due furibonde schiere di Carullisti o di Molinisti immortalate da questa celebre vignetta nella quale si vede effettivamente impugnare il manico dello strumento per brandirlo e abbatterlo vigorosamente sulla testa degli avversari.

Fig.1 - Discussione fra i Carullisti e i Molinisti

Certo, quando si estrae la chitarra dal suo astuccio la si afferra per il manico, ma dopo essersi seduti per suonare, questo perde la sua funzione di asta prensile per rimanere semplicemente il supporto della tavola di tastatura.

Se le parole hanno un senso, converrà dunque riflettere sulla distinzione fra  afferrare e tastare. Tastare vuol dire “premere sui tasti” e quindi agire su una superficie piana; afferrare vuol dire “stringere una cosa in pugno con forza”. Ma il manico della chitarra potrebbe all’occorrenza assumere un’ulteriore funzione non contemplata dal vocabolario: quella di “barra di sostegno” alla quale appendere la mano per alleviare la fatica del braccio sinistro. Alla mancanza di una chiara distinzione tra afferrare, appendere e tastare è da attribuirsi in massima parte la difficoltà di instaurare fin dall’inizio un rapporto chiaro, agevole e funzionale fra il manico, la mano e la tastiera.

Gli strumenti destinati ad una funzione prevalentemente melodica come il violino, il mandolino e la balalaika sono forniti di poche corde tese su manici molto stretti e si possono suonare con un limitato gioco delle dita che non solo consente, ma richiede la collocazione del manico nel vano situato fra il pollice e l’indice della sinistra. Per contro, strumenti destinati ad una funzione contrappuntistica come il liuto e la vihuela presentano un maggior numero di corde e dunque una tavola di tastatura assai più larga che consente un più ampio gioco digitale.
Poiché il manico della chitarra non è tanto largo quanto quello di un liuto né tanto stretto quanto quello di un mandolino, è facile che un principiante sia tentato di disporre la mano come illustrato nelle Fig.2 e 3, assetti quanto mai deprecabili per le gravi limitazioni che pongono all’azione delle dita.
Per un’esecuzione agevole del repertorio chitarristico classico è indispensabile che la mano sinistra, senza afferrare il manico né appendervisi con il pollice si ponga in assetto idoneo a premere le corde con una ben calibrata forza di spinta nettamente diretta contro il piano della tastiera (Fig.4).

 

Fig -Mano aggrappata al manico - Mano appesa al manico - Mano corretta

 
 
Sul piano didattico l’esperienza insegna che per un principiante l’acquisizione di un assetto stabile e corretto della mano sinistra non è cosa semplice per cui può accadere che spesso le sole indicazioni del maestro non siano sufficienti; in tal caso possono essere più efficaci appropriate azioni gestuali in grado di fornire sensazioni muscolari e tattili ben percepibili fisicamente.
Per passare dunque da considerazioni teoriche a modalità pratiche di studio, può rivelarsi di grande utilità un esercizio come quello illustrato in Fig.5, finalizzato ad indirizzare per via sensoriale l’azione manuale dello studente.
 
Esercizio sulla forza di pressione – Si tratta di suonare il seguente frammento melodico sulla quarta corda, applicando sia lo staccato di sinistra che la legatura a vuoto.
 

Fig.5 – Esercizio di staccato e legato

E’ facile verificare che la disposizione più funzionale e meno faticosa che la mano tende ad assumere effettuando tale esercizio è quella rappresentata in fig.4 che mostra il pollice in basso dietro al manico e le dita anteriori curve e pressoché perpendicolari alla tastiera. Con la pratica dello staccato di sinistra l’allievo prende coscienza del fatto che l’azione di tastare una corda non ha nulla a che vedere con quella di afferrare il manico o di appendervisi e, d’altro canto, la necessità di realizzare una legatura lo induce istintivamente ad arcuare il dito quanto basta per agevolare lo scorrimento del polpastrello verso il basso. La ripetizione assidua di esercizi analoghi praticati nelle primissime lezioni può agevolare l’instaurarsi di un assetto corretto della mano sinistra.