Arpeggi Melodici

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ARPEGGI  MELODICI

Il termine di arpeggi melodici è il più appropriato per definire quelle figurazioni musicali  che pur somigliando graficamente ai comuni arpeggi chitarristici, rivestono una precisa e univoca funzione melodica.

A differenza degli arpeggi armonici, la cui figurazioni sono catalogabili in formule classiche “standard”,[1] gli arpeggi melodici sono caratterizzati da un’assoluta casualità nella disposizione delle note, cosa che richiede un’estrema prontezza e precisione nella scelta delle corde da porre in vibrazione (Fig.1).

Fig.1 - Una qualunque melodia disposta su una o più cordeIl concetto di arpeggio melodico, totalmente ignorato in passato, si presenta come oggetto di studio di rilevante importanza e come tale fa la sua prima comparsa con la pubblicazione nel testo 120 Arpeggi melodici [2] che in poche pagine contiene un esaustivo eserciziario pratico da applicare ad una frase armonica a quattro voci (Fig.2) comprendente figure di allineamento (note ribattute) a duine, terzine e quartine (Fig.3) e di dislocazione differita su due e tre corde contigue (Fig.4 e 5).

Fig.2 – La frase frammento

Fig.3 – Figure di allineamento a duine, terzine e quartine

Si noti che l’azione delle dita su una sola corda o su due corde  contigue (Fig.6) può avvenire senza sensibili ripercussioni sull’angolazione del polso, mentre con tre corde contigue (Fig.7) questo va necessariamente soggetto a lievi spostamenti che con una pratica assidua lo studente può riuscire a dominare.

Fig - 4-5-6-7

Delle diverse modalità di esecuzione prospettate in appendice, alcune sono di tipo monodico e altre di tipo contrappuntistico. Scopo delle prime è quello di pervenire all’uso disinvolto delle diteggiature quaternarie imia con i suoi tre rivolti miai, iaim, aimi utilizzabili con profitto anche nelle strutture  contrappuntistiche. [3]


[1] I primi arpeggi melodici accompagnati con arpeggi armonici figurano in M. Storti: Il primo libro di chitarra, Lezioni XIII e XIV.

Nota - 1

[2] M.Storti: 120 Arpeggi melodici,  in scuola della chitarra, vol.II: (Carisch).

[3] Lo studio pratico di tali varianti va iniziato a partire dal II Corso come mostra la Tabella programmatica a pag. 168 di SCUOLA DELLA CHITARRA vol.I.  Per la genesi e l’applicazione di tali diteggiature v. M.Storti: La nuova tecnica delle scale e Esercizi di articolazione melodica; (Carisch).

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