STUDIO DEL BARRÉ
Sullo studio del barré è opportuno fare alcune importanti osservazioni concernenti in particolar modo l’entità della forza di pressione occorrente per bloccare in modo sicuro ed efficace le corde sulla tastiera.Osservando la Fig.1 è inevitabile domandarsi come la catena dei tre segmenti ossei dell’indice, con il suo profilo fortemente ondulato e 3 vistose protuberanze, possa disporsi aderente alla superficie di un piano quale è la tastiera ed esercitare una pressione uniforme sulle corde. In effetti, se le protuberanze articolari possono venire utilizzate al meglio disponendole opportunamente di volta in volta su alcune corde interessate,[1] quando è richiesto il blocco totale delle sei corde devono entrare in gioco i tendini di ciascuna falange che, come è facile verificare, si irrigidiscono non appena venga applicata una forza all’estremità della falangetta (Fig.2).
E’ logico dedurne che la pressione del dito sulle corde può risultare ben più efficace se la punta estrema della falangetta viene mantenuta in tensione prensile dirigendo la sua spinta non in direzione frontale, ma verso la punta del pollice retrostante, come mostra la Fig.3.Sulla base di queste premesse, si può concludere ricordando che l’esecuzione di un efficace barré non dipende tanto dalla forza impiegata per premere le corde quanto da alcuni altri importanti fattori che sono:
- la disposizione perfettamente frontale del dito;[2]
- la disposizione perfettamente parallela alla barretta;
- la collocazione a ridosso della barretta (quasi sopra ad essa);
- la disposizione mirata sulle corde delle protuberanze articolari;
- la tensione prensile della falangetta;
- il perfetto allineamentodelle due o tre falangi interessate (Fig.4).
Posto dunque che il solo esercizio ostinato e protratto della forza non è sufficiente per acquisire una buona tecnica del barré, è consigliabile abbandonare certe pratiche “muscolari” stressanti e pericolose come quella consistente nell’esecuzione lenta di una scala cromatica o altro esercizio similare da trasporre in salita e in discesa lungo tutto il manico per ben 17 Posizioni consecutive (Fig.5).
Fig.5 – Emilio Pujol: Esercizio di barré.[3]
Un graduale ma più rapido e razionale avvio alla pratica del barré viene proposto nella Lezione XIX del Dominio delle cordein cui, abbandonando il concetto di staticità e senza dare alla forza più importanza di quanta gliene competa, viene posta in primo piano l’azione di distendere e ripiegare ripetutamente il dito, prestando tutta la dovuta attenzione a ciascuna delle sei condizioni sopra elencate (Fig.6).
I sei esercizi modulari proposti nella Lezione XIX, applicati inizialmente a coppie di corde vicine, vengono sviluppati fino ad interessare gradualmente tutte le coppie di corde senza che ne derivi il benché minimo affaticamento della mano. Inoltre, il gesto alterno e ripetuto di distendere e ripiegare il dito produce l’ulteriore positivo effetto di ridurre al minimo il gioco di estroversione del polso e conferire stabilità alla mano nella concatenazione veloce di figure in rapida successione con e senza barré.
Per il superamento dell’innegabile maggiore impegno richiesto nei casi di impiego del barré in figure transitorie divaricate su cinque tasti, vengono proposti sei esercizi nella Lezione XII di 12 Lezioni di tecnica superiore [4] congegnati in modo da ridurre al minimo l’inevitabile sforzo divaricante (Fig.7).
[1] Spesso il barré, anche se collocato su tutte le corde, interessa effettivamente soltanto alcune di esse.
[2] Non manca chi sostiene l’idea bizzarra che il dito debba venir collocato lievemente “sul fianco sinistro”! Il lettore curioso che ci provasse non potrebbe che prendere atto dell’insorgere di una grave limitazione nella funzionalità delle altre dita, e in particolare del mignolo, risultante dal loro inevitabile scostamento dalla
tastiera.
[3] Procedimento ideato da Francisco Tárrega e fatto proprio da Emilio Pujol, Domingo Prat, Julio Sagreras e altri più o meno illustri Maestri. La didascalia dell’esercizio di Fig.4 recita:“Praticare lentamente in ciascuna delle Posizioni VI, VII, VIII, e IX. Quando con la pratica assidua si sarà sviluppata la forza del barré, si procederà ad estenderlo alle Posizioni IV, III, II e I.Raccomando lo studio giornaliero di questo esercizio utilissimo, fino a quando l’allievo non sia in grado di ripeterlo senza fatica, lentamente e senza interruzioni in ogni Posizione, dal I al IX tasto e da questo al I”. (E. pujol, Escuela razonada de la guitarra, Libro tercero, pag.42).
[4] Testo incluso in SCUOLA DELLA CHITARRA, vol.II (Carisch).